Vincenzo Amato

Nacque in Ciminna il 6 gennaio 1629 da Giandomenico e Laura Amato, persone di onesta ed onorata condizione.

Da giovinetto entrò nel seminario arcivescovile di Palermo e, finito il corso degli studi, ottenne la laurea in sacra Teologia. Ma non fu per questo che egli si rese celebre e fece onore al suo paese. Iniziato negli ordini sacri si diede con tutto l’animo allo studio della musica secondando la sua naturale inclinazione, e in questo studio riusci espertissimo. Infatti nel 1656 pubblicò in Palermo alcuni lavori pregevolissimi, che sono giunti sino a noi:

1. Sacri concerti a 2, 3, 4 e 5 voci, con una messa a 3 e a 4 voci. Libro I. Opera I. Pan. apud Bisagnium 1656.
2. Messa e salmi di Vespro e Compieta a 4 e 5 voci. Libro I. Op. II. Ibid. 1656.

Oltracciò mise in canto a recitativo piu o meno allungato, secondo il senso delle parole che esprime con forza e con verità, la Passione scritta da S. Matteo e quella da S. Giovanni, che si cantano ancora in tutte le chiese di Sicilia; lo stile e semplice e assai devoto, allorché si eseguisce solo quello che vi ha notato l’autore.

A Roma fu riguardato come un capolavoro di canto sacro, e l’Abbate Vito Amico, nel suo Dizionario topografico narra che, pochi anni prima della rivoluzione francese, gli fu richiesta dall’Abbate Zeril, ex-gesuita palermitano, che allora trovavasi stabilito a Mayenne, città della Francia, la musica di Amato del Vangelo secondo S. Matteo e che, eseguita sotto la sua direzione dai preti francesi, piacque moltissimo, come gliene scrisse lo stesso Zeril con sue note. Per questi meriti, nell’anno 1665, fu eletto maestro di cappella nella cattedrale di Palermo, ove espresse armonici concerti, uditi sempre con piacere e con lode dal pubblico.

Egli diede un grande impulso alla musica sacra nel secolo XVII, e fece sentire in Palermo le sue Passioni piu di mezzo secolo prima, che il celebre Giov. Sebastiano Bach, nel 1729, facesse eseguire, per la prima volta a Lipsia, la sua Passione secondo S. Matteo.

Mori in Palermo il 29 luglio 1670 nella giovane età di 42 anni. Ebbe solenni esequie, alle quali intervennero il corpo di tutti i musici, il capitolo e il clero della cattedrale, e fu sepolto nella chiesa di S. Ninfa dei chierici regolari addetti al servizio degli infermi, ora detta dei Crociferi. E menzionato dal Mongitore nella Bibliotheca Sicula.