Settimo Sardo Vitalini

schermata-2016-09-11-alle-09-12-55Settimo Sardo Vitalini (Catania 11.03.1858 – Castroreale 04.01.1941)


Musicista, compositore apprezzato, nacque a S. Berillo, vasto quartiere popolare di Catania che si estendeva proprio alle spalle della centrale piazza Stesicoro, in direzione della stazione ferroviaria, da Carlo, parimenti maestro di musica, che aveva 24 anni alla nascita del primogenito.

Il padre Carlo era un apprezzato suonatore di cornetto, il quale, insieme al flautista Giovanni Spampanato Torrisi e al clarinista Antonio Martinez, teneva concerti da camera. Con il fratello Nicolò, anch’egli valente musicista, Carlo fu tra i primi direttori del corpo musicale civico catanese, che – sorto dalla fanfara della vecchia Guardia Nazionale del Piemonte – fu trasformato in banda musicale civica, composta da 37 elementi nel 1861.

Nella famiglia Sardo la musica era di casa, evidentemente: tra i testimoni di nozze del nostro Settimo figura uno zio paterno, Carmelo, di anni 38, musicista; mentre lo stesso nonno (omonimo) nel 1851 era capo di una delle bande musicali di Catania.

Il giovane Settimo studiò musica sotto la guida del padre, dimostrando un talento precoce. A dieci anni non compiuti diede un concerto di cornetta nella sala comunale di Catania. Studiò sotto la guida del grande M° Martino Leone Frontini, presso l’antico e rinomato Ospizio di Beneficenza, che lo annoverò tra i suoi convittori illustri.

Giovanissimo, scrisse vari pezzi per banda, che furono eseguiti dalla banda cittadina, diretta dal suo insegnante di composizione, Frontini, che successivamente passò la direzione al Sardo.

In occasione del ritorno a Catania dei resti di Vincenzo Bellini, l’appena diciottenne Settimo scrisse una sinfonia intitolata appunto 1876. Altre composizioni del Sardo sono: Gioia e mestizia, Sul ponte di Ulisse, Amore all’Arte, Primo Amore, Amore e Guerra (melodramma), L’Italia in Africa, I chinesi (scene coreografiche), Dea del Mare, Ramarazzo, Amore e Magia, Rosa magica, le operette Roberto il diavolo e Pasquino donna, l’Orologio del castello (opera semiseria, rappresentata nel 1855 ad Agrigento e a Caltanissetta), I pappagalli, La collana d’oro, il Regno delle Amazzoni, Studenti e cocotte, Felice Contessa, Studenti e Parigine, Bell’Armena, (rappresentata nel teatro di Taranto), Un saluto Salina e Gorizia (entrambi patrimonio della Banda musicale), Clerici Vagantes (rappresentata nel 1908 al teatro Vittorio Emanuele di Messina) e l’opera massima I Beati Paoli, che la Casa Ricordi chiedeva di pubblicare.

Della sua grande produzione musicale (che non si limita soltanto a quella sopra elencata) rimane, oltre a molti spartiti persi, tanto materiale manoscritto del più vario genere (comprendente anche trascrizioni per banda di brani delle più famose opere, tra cui alcune arie tratte dall’Aida e dal Trovatore di Verdi, della fine del XIX secolo; una marcia da I Nibelunghi di Wagner del 1901), conservato presso il Museo Civico di Castroreale, cui è stato gentilmente donato dagli eredi.

Il M° Sardo è stato Direttore del Corpo Musicale Civico della città di Catania, dal quale incarico si dimise perché entrato in conflitto con il Sindaco della stessa città. L’1-12-1892 si insedia, in seguito ad accurata selezione operata dalla locale Amministrazione comunale tra diversi stimatissimi maestri segnalati dai conservatori di Napoli e Palermo, nella mansione di Direttore della Civica Banda di Castroreale, allora importante Capoluogo di Circondario, città che lo vide eccelso protagonista delle più grandi stagioni musicali  (come si evince dalla Storia della Banda che ne assunse il nome).

La Banda musicale di questa città fu diretta ininterrottamente dal Sardo per ben circa 45 anni. Constatato, infatti, l’alto livello artistico del Sardo, l’iniziale contratto quadriennale di assunzione, decorrente dall’1-12-1892 veniva puntualmente sempre rinnovato dal comune di Castroreale, tanto da permettere allo stesso di rimanere fino al 7-7-1938 direttore della Banda comunale di Castroreale, città dove diversi figli si sposarono e dove lo stesso morì il 4-1-1941 all’età di 83 anni.

La sua preparazione di così elevato spessore  lo pose al centro dell’attenzione del mondo musicale contemporaneo.

A Castroreale il nostro Sardo – come riferito già in altra parte del volume – veniva interpellato costantemente dai vari Maestri della provincia e di tanta parte della Sicilia per dirimere controversie musicali, per dare suggerimenti e lezioni di composizione e strumentazione e per giudicare i candidati nei vari concorsi a direttori di bande indetti dai Comuni con organico bandistico.

A testimonianza del prestigio acquisito da Sardo, si segnala un reiterato spostamento di data concorsuale effettuato nel 1900 dal Sindaco di S. Lucia del Mela per l’esame di Diretore di quella Banda, dipeso dai molti impegni del Sardo, della cui preparazione ed esperienza lo stesso Sindaco non ha voluto fare a meno.

Il grande suo livello musicale indusse gli amministratori del tempo a trattarlo con il riguardo dovuto alle persone geniali, regolarmente ricambiato dal maestro che dedicò la sua vita intera alla Banda Musicale ed all’Arte compositiva, di cui lasciò larga testimonianza tuttora valorizzata da cultori e non.

Nel 1990 l’Amministrazione Comunale di Castroreale riceve in dono dai familiari le partiture autografe di Settimo Sardo, la cui catalogazione è stata effettuata dalla dott/ssa Antonina Saja. Tale censimento ha riguardato circa 67 composizioni scritte dal Sardo ed altre di sua proprietà, secondo le regole R.I.S.M. (Rèpertoire Internazionale des Sources Musicales).

Tra le opere catalogate, numerose sono quelle per complesso bandistico. Nell’elenco risultano infatti 15 brani destinati a tale organico, tra cui figurano partiture di marce e composizioni scritte per occasioni ufficiali: L’eruzione del 1886, Di qui non si passa, Gorizia, entrambi del 1920; la Marcia di bravura sul palco a piè fermo del 1930. In possesso, infine, del dott. Paolo Benenati la marcia manoscritta dal titolo Onore al merito, dedicata il 29-11-1918 dall’autore riconoscentissimo allo zio Cav. Mario Avv. Benenati, deputato del corpo musicale.


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